RITORNO… AL PASSATO?
Esordisco citando un paragrafo di un libro letto molto recentemente: “Il problema non è uscire, Sara: un tunnel ha sempre una via d’uscita. Quello che ci provoca ansia è non sapere dove finisca. E’ l’incertezza a spaventarci. In più, devi essere pronta ad accettare che quando uscirai, perché prima o poi ne uscirai, il paesaggio non sarà identico a quello che hai lasciato quando sei entrata. Magari sarà simile, ma non esattamente uguale”.*
Leggendo per la prima volta qualche giorno fa queste righe , le ho trovate ahimè di una attualità disarmante. E più le leggo, più riescono a darmi forza e convinzione. Non posso e non voglio ipotizzare nulla. Semplicemente perché nel mio piccolo penso che nessuno di noi possa essere in grado di formulare con certezza scenari circa le conseguenze per l’uomo di un conflitto mondiale nel 2022. Possiamo e dobbiamo credere che chi ha il potere di scongiurarlo lo eserciti fino allo stremo delle proprie forze e riesca nell’intento.
Quello che posso e voglio fare, al solito, è fornire una o più chiavi di interpretazione ed essere una guida in un momento in cui è estremamente difficile essere razionali. Si ,molto difficile. Perché gli effetti “bellici” sui mercati si sono aggiunti ad una situazione già surriscaldata da inflazione forte(come non si vedeva da anni), correzione già in atto sui principali indici azionari, e mercato obbligazionario in fermento a causa degli annunciati incrementi dei tassi d’interesse da parte delle più importanti Banche Centrali del mondo(Fed, BCE,BOE).
La somma di tutti questi addendi porta ad un risultato “indigesto”. E per mandarlo giù, ed aiutarvi a farlo, come sempre ricorro a 3 fedeli “aiutanti”: la storia, il metodo, la pianificazione.
La storia è fondamentale. Ci aiuta a comprendere il presente. Senza conoscere la storia non possiamo pretendere di capire cosa sta succedendo. E questo è assolutamente vero anche per i mercati finanziari , perché se è vero che “i rendimenti passati non sono garanzia dei rendimenti futuri”(nota formula letta in tutti i prospetti informativi di strumenti finanziari) è altrettanto vero che il passato ci da indicazioni utilissime, ci fa capire come situazioni analoghe siano state processate dal mondo economico e finanziario.
E come hanno reagito le borse in situazioni analoghe in passato? Il grafico** seguente ci fornisce un ottima indicazione, di breve termine, utile a comprendere meglio e ad inquadrare il fenomeno.
Ora che il passato ,come spesso accade, ci fornisce un modo di interpretare eventi e situazioni, voglio fare ricorso a parole e strumenti che sono capisaldi del mio modo di svolgere questa professione: metodo e pianificazione.
Il metodo ci fornisce la strategia da attuare in momenti di mercato azionario “bear”, con ribassi importanti importanti(superiori al 15%). In questa fase, slegandoci dalla nostra pancia e dalla emotività, nel rispetto del nostro BUDGET DI RISCHIO(definito a monte!) la componente azionaria del portafoglio deve essere progressivamente incrementata. Il “progressivamente” è , a mio modo di vedere, un concetto chiave. Non sappiamo se un -15% dello S&P 500 potrà diventare un -30% nel giro di un mese, ragion per cui dobbiamo giocare le nostre carte in maniera oculata.
La pianificazione ci deve dare consapevolezza. La consapevolezza che i mercati azionari vivono ciclicamente fasi ribassiste, più o meno importanti, che sono per i mercati stessi momenti “naturali” in cui riassestare i valori. Il lavoro di costruzione iniziale, fatto con logica, con concetti solidi, deve darci la misura di quanto il nostro portafoglio investimenti possa soffrire in fasi di forte stress. E deve dirci come intervenire, se ne ho la possibilità(ritorno al metodo). Voglio spendere due parole in più su quest’ultimo punto, a costo di risultare prolisso, ma è vitale. Se pianifico un investimento finanziario a medio lungo termine, con una composizione azionaria del portafoglio del 35%, devo essere consapevole che potrei trovarmi ad affrontare un drawdown compreso tra il -18% ed il -25%(negli ultimi 20 anni, il dato preciso sarebbe stato del -22,66%, in corrispondenza della crisi Lehman Brothers). Non sono disposto a tollerare questo livello di ribasso? Riduco la componente “di rischio” del portafoglio, fino ad individuare con il mio consulente di riferimento la mia comfort zone.
L’applicazione di questi concetti, di questo metodo, produrrà come conseguenza naturale un risultato positivo. Prima di tutto emotivo, in quanto vivremo meglio fasi e situazioni che non sono evitabili, e in secondo luogo(ma non meno importante, come vedremo di seguito) finanziario.
Prendendo a riferimento lo S&P500, l’indice azionario per antonomasia, quelli che seguono sono i peggiori drawdown degli ultimi 50 anni, e le performance cumulate che ne sono derivate a 1,5 e 10 anni.*** Credo che concorderete con me che si tratta di una tabella che non necessita commenti.
Per concludere, spero come sempre di avervi fornito un supporto concreto per comprendere e interpretare un momento storico difficile e delicato, più per motivi sociali che per motivi economici.
Limitando la mia analisi alle sfere di mia competenza, voglio terminare con questa riflessione:
L’ultimo decennio dei mercati azionari è stato caratterizzato da ribassi intensi ma rapidi, riassorbiti in pochissimo tempo. Non possiamo sapere se il futuro sarà simile o sarà diverso, ciò che sarà importante è che noi sapremo cosa fare e come comportarci.
A presto,
Stefano.
*la citazione è tratta dal romanzo “L’ultima a morire” di Cesar Perez Gellida.
** elaborazione grafica di dati Bloomberg
*** Dati elaborati e forniti dal portale Kaidan Ecomatica